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INCOLPEVOLI
Da Herman Broch
Il Racconto della serva Zerlina

Zerlina: Giovanna Daddi
Sig. A: Mario Matteoli


COLPEVOLI
La notte dei lunghi coltelli
Letture di Emanuele Carucci Viterbi e Dario Marconcini


Regia Dario Marconcini Ci sono delle cose, degli avvenimenti che il tempo non può cancellare e la solita domanda allora è:”come è stato possibile... perché?” E molte sono state le risposte ognuna con la sua logica spiegazione, ma non bastano e tutte le volte che si esamina quel periodo dove il fascino del male si confonde con l’orrore del sangue siamo come disarmati, sgomenti, impotenti...

Ho poi un ricordo della mia infanzia ed è il racconto degli amici di mio padre che parlavano di cosa era Berlino prima, una città tentacolare ricca di cultura e di divertimenti, trasformatasi poi in una specie di GothamCity che le visioni di Metropolis e Mahagonny anticipavano annunciandone la dissoluzione ecco è il prima e il dopo che ho voluto indagare e l’occasione è data da prima: il testo di Broch, da Zerlina che attraverso il suo racconto di serva ci restituisce un po’ di quella società borghese, chiusa nel suo edonismo, che sarebbe stata “inconsapevolmente” terreno fertile per la nascita del Nazismo. Non basta ripetere che “il sonno della ragione genera mostri” e tutte le altre belle frasi che in qualche modo hanno cercato di esorcizzare quel periodo di orrori, perché sappiamo bene che esso potrebbe di nuovo, forse con altre metodologie, riproporsi.

Ecco perché dopo Broch e la sua società di incolpevoli mi è piaciuto mettere l’accento su quella notte dei lunghi coltelli che è stata l’investitura, da parte della grande industria e dei militari, di Hitler e del Nazismo.

Da un mondo malato fatto di tradimenti, di figli bastardi, di padiglioni di caccia, di giudici pavidi, si passa a un mondo che si fonda sull’assassinio e il sangue avallato dal cinismo del grande capitale e l’incontro in quella calda notte del 1934 fra Hitler e Krupp ne è la dimostrazione illuminante

‹‹“Il romanzo descrive situazioni e tipi del periodo pre-hitleriano. Le figure scelte allo scopo sono completamente “apolitiche” in quanto arrivano ad avere idee politiche, queste ondeggiano nel nebuloso e nel vago. Nessuno di loro è direttamente “colpevole” della catastrofe Hitleriana. Donde il titolo “Gli Incolpevoli” tuttavia è appunto questo lo stato d’animo e di spirito da cui il nazismo ha tratto le sue vere energie. L’indifferenza politica è, infatti, strettamente apparentata con l’indifferenza etica. Insomma i non-colpevoli affondano per lo più già piuttosto profondamente nella colpa etica… Questo tipo di non colpevolezza non è in nessun luogo tanto chiaramente visibile come nel piccolo borghese, persino come criminale, il piccolo borghese agisce costantemente per motivi nobilissimi...”
Dall’introduzione di Herman Broch al romanzo “Gli Incolpevoli” il capitolo V è “Il Racconto della serva Zerlina››

   


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