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VENERDI' 7 MARZO ORE 21.15 - TEATRO "VITTORIA" – CASCINE DI BUTI (Pi) SABATO 8 MARZO ORE 21.15 - TEATRO "VITTORIA" – CASCINE DI BUTI (Pi) DOMENICA 9 MARZO ORE 17.00 - TEATRO "VITTORIA" – CASCINE DI BUTI (Pi) Associazione Teatro Buti STORIE DI DONNA regia di Dario Marconcini allestimento e luci Riccardo Gargiulo e Cesare Galli produzione Associazione Teatro di But La più forte di August Strindberg con Irene Falconcini e Giovanna Daddi Dondolo di Samuel Beckett con Giovanna Daddi Due brevi atti unici di due giganti della drammaturgia, uno, Strindberg, vissuto tra la fine dell’800 e i primi del ’900, l’altro, Beckett, nella seconda metà del ’900, due autori che hanno segnato e cambiato la storia del teatro. |
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STORIE DI DONNA In un piccolo caffè, la signora x, attrice di teatro, incontra e parla alla propria antagonista che per tutto il tempo rimane in silenzio. Di fronte a questo silenzio colei che parla cerca di penetrare nella verità nascosta dell’altra; due estremi a confronto che sembrano opposti, ma che invece sono speculari. Durante questo incontro, dove le situazioni evocate divengono sempre più aspre e i ricordi sempre più dolorosi, viene fuori il mondo di Strindberg, il suo atteggiamento antiborghese, il suo indagare sulla vita di coppia, su roventi frammenti di esistenza, sulla rinuncia di sé, da parte della donna, per una felicità domestica di facciata, su drammatiche esperienze matrimoniali accettate per consuetudine. E poi l’altra curiosità di questo breve testo è che è quello che ha ispirato Persona di Ingmar Bergman che, interrogato su cosa voleva dire, rispondeva, certamente con un sorriso, “È un film su una persona che parla e una che non parla”. Dondolo Qui siamo ormai in una terra desolata e degradata... Qui una donna si dondola dentro il ricordo, si muove come in una ninna-nanna per arrivare all’immobilità e al silenzio. Ascolta una voce, la sua, che, quando si cheta, viene richiamata da un “ancora” perché ascoltarla di nuovo vuol dire avere ancora un soffio di vita che, nel tempo che scorre, sarà sempre più flebile. La memoria tiene in vita la donna nella sua sedia dondolante. Il movimento del dondolo crea come una forma di ipnosi e di incantamento. Questo testo che fa parte dei Dramaticules, applauditi dalla critica letteraria per la” cristallina purezza della loro scrittura”, ci restituisce il mondo di Beckett dalla grande forza visiva e intensità poetica, un mondo che va verso l’annullamento, l’immobilita, il silenzio. “Eccoci qui – come scriveva Fruttero – tra l’urlo della nascita e il rantolo della morte”. La proposta di questi due atti unici può sembrare “inattuale”, ma proprio per questo motivo può avere quell’impatto emotivo nei confronti dello spettatore che lo porterà ad esplorare quel mistero che l’opera d’arte protegge e custodisce. ![]() |
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